oggi è stato il mio primo giorno di tirocinio non pagato. perché oltre a non trovare uno straccio di lavoro che manco in piadineria mi hanno chiamata, ormai ci si ritrova a fare colloqui e prove anche per essere presi a lavorare gratis - e così mi è successo. quindi oggi ho iniziato i miei tre mesi di beneficenza, che per carità il posto è rinomato, il lavoro è figo, le possibilità formative e lavorative innumerevoli, che qui non si fanno solo fotocopie, che vedrai la crescita, che sei un investimento, che blablabla - ma sempre di beneficenza si tratta. aggiungi che l'ufficio è talmente dall'altra parte della città che se sei fortunato ci arrivi in un'ora di mezzi pubblici e che, non c'è bisogno di dirlo, non esiste un rimborso spese.
così, oggi il gran giorno, e come ogni gran giorno che si rispetti mi sono venute le mestruazioni. tanto che appena salita sul 57 con un'ora di anticipo grazie alla mia ossessione maniacale per la puntualità mi arriva un sms della mia ex che mi dice che faccia seria ti ho vista sul 57 che io sono su quello in direzione opposta. rispondo sto andando al primo giorno di tirocinio non pagato, ci metterò almeno un'ora coi mezzi pubblici, devo portarmi il pc che pesa più di me, fa un caldo porco e mi sono venute le mestruazioni, aggiungi che il rientro sarà ancora più drammatico, ho mal di schiena, sono ingrassata, ho i brufoli e dei capelli imbarazzanti - e ti assicuro che mi sono limitata ai mali minori. mi dice come devo fare con te.
sul 57 ho ascoltato la musica nelle orecchie come facevo da ragazzina sempre sul 57, solo che al posto dell'ipod un tempo avevo il walkman e almeno un paio di cassette di ricambio nella borsa. scendo a quello che un tempo era il capolinea e mi avvio a prendere per la prima volta la metropolitana di Torino, l'unica linea esistente per la cui costruzione ci avranno messo almeno trent'anni - che poi pare sia l'unica metro al mondo ad avere i treni meccanizzati senza autista e il vanto di essere super veloce per i pochi secondi di fermata nelle stazioni, che mi è venuta l'ansia già prima di salirci. incredibile ma vero arrivo viva alla mia fermata, e siccome mi trovo dall'altra parte della città e ho preso la metro mi sento un po' come se fossi in un posto sconosciuto e straniero. e visto che ho almeno mezz'ora di anticipo penso mi prendo un caffè e vado in bagno che proprio oggi ho messo i pantaloni chiari, così entro nel primo bar che trovo e che chiaramente ha il bagno fuori nel cortile e che chiaramente è un buco e che chiaramente puzza come un cesso e che chiaramente a malapena riesco a muovermi figuriamoci a fare le mie cose e lavarmi le mani senza prendermi le malattie. la giornata procede sempre meglio.
arrivo in ufficio - convenevoli - tiro fuori il mio pc antidiluviano che ho anche lucidato per l'occasione, e lui per ringraziarmi pensa bene di spegnersi quattro volte nel giro della prima mezz'ora di lavoro non pagato. gli dico telepaticamente maledetto computer che figura di merda quando arriviamo a casa vedi che ti faccio. dico forse è un problema di areazione, ventola e tutte quelle cose lì (mentendo sapendo di mentire) e lì allora tutto l'ufficio ad armeggiare e ingegnare un modo per tenerlo sollevato dalla scrivania e farlo areare. ad ogni modo non si spegne più, il lavoro è interessante e il pomeriggio trascorre interrotto solo da una piccola merenda a base di cedro candito che la capa ha fatto con i cedri napoletani, dice. io correggo racconti tutto il pomeriggio e impreco contro le scrittrici italiane che fanno errori grammaticali tipo un con l'apostrofo mentre le scrittrici straniere manco se lo sognano di sbagliare una cosa simile. come primo giorno comunque poteva andare peggio.
esco in ritardo, riprendo la metro e questa volta il 61 perché devo passare a casa dei miei a recuperare il cane, dove arrivo trafelata per la maratona e per i motivi elencati all'andata. mia madre manco mi chiede com'è andata la giornata ma mi dice fammi vedere la mano che hai le vene sporgenti che sembrano varicose mai vista una cosa simile, però se vuoi ti faccio due friselle. ciao mamma e me ne torno a casa col cane che per immenso senso di pena neanche mi strattona per strada.
ed è sempre lei l'unica che rimane con me stasera, con gli occhi stropicciati di allergia che cerca di grattarmi addosso con insistenza, proprio quando la stanchezza e i dolori mestruali più mi fanno sentire sola.
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